Cronache di gusto - Il vino della settimana
Come per le persone di rango, in tanti se ne contendono le origini e addirittura recenti studi di genetica lo fanno imparentare con vitigni calabresi e campani. E come le piante molto diffuse e ricercate, del Sangiovese esistono moltissimi cloni che possiamo dividere in due grandi famiglie: il Grosso che comprende il Brunello e il Prugnolo Gentile nonchè il Piccolo. Per la sua varietà clonale e territoriale è difficile inquadrarne le caratteristiche principali, comunque in genere dà ottimi tannini ed elevata acidità. Lo si trova in vini da pochi euro e in quelli da eccellenza assoluta. In genere è un vitigno che deve essere ammansito, deve invecchiare a lungo nei legni e in bottiglia per esprimere le migliori sensazioni e riesce a sopravvivere per tanti anni. Il vino nobile di Montepulciano è un DOCG con almeno il 70% di Prugnolo Gentile, max il 20% di Canaiolo e max il 20% di altri vitigni, tutto esclusivamente coltivato nell'omonimo comune in provincia di Siena. Per disciplinare il vino deve maturare almeno due anni, di cui minimo uno in legno. E' uno dei più antichi vini italiani che però aveva subito nel tempo un utilizzo a Chianti; solamente negli anni sessanta si assiste ad un ritorno verso il Nobile che arriva a DOC nel '66 e spicca il volo con la DOCG nel 1980.
Trattiamo ora il DOCG Messaggero 2007 di Montemercurio. L'Azienda nasce nel 1960 quando Damo Anselmi pianta la prima vigna di 3 ha. Nel 2000 altri 7 ha completano l'azienda e comincia un'attività volta a curare tutta la filiera con la massima cura cercando di preservare le caratteristiche impresse dal territorio e dalla tradizione toscana. La prima commercializzazione con questi intenti si ha con l'annata 2007. Oggi il nipote Marco Anselmi a soli 24 anni di età è diventato il tuttofare dell'Azienda, coadiuvato da Milena Billi per il commerciale e dall'enologo Emiliano Falsini. Data la massima attenzione per la qualità si producono sole 40.000 bottiglie, tutte di target medio ed alto destinate all'HoReCa e per la maggior parte all'estero. Con la vendemmia 2012 l'intera produzione sarà certificata come biodinamica, indice di un lavoro che nel tempo ha sempre più valorizzato la naturalità delle uve e del vino. Ora parliamo del Messaggero. 100% di Sangiovese proveniente dalle vigne nuove a 450 m con una resa di soli 50 q/ha, raccolto a mano e vinificato in piccoli fermentini con lieviti naturali e macerazione di circa 20 gg. Segue una maturazione in grandi botti da 40 hl per 18 mesi e un'ulteriore sosta di 6 in botti da 10 hl dove è sottoposto a travasi per l'illimpidimento. Finalmente dopo una lieve filtrazione e senza chiarifica è imbottigliato e riposa per un ulteriore anno. Questo è il minimo aziendale. In realtà il vino è immesso al consumo quando raggiunge la maturità e una complessa armonia per cui il 2008 rimane ancora in cantina.
Versiamolo nel bicchiere dove mostra un colore rubino intenso. Senza ossigenazione al naso si offre quasi chiuso, ha bisogno di prendere una lunga boccata d'aria e così comincia a rivelare note balsamiche, vegetali, di frutti rossi ancora poco intense. Non vi stancate di agitarlo, di dargli respiro, non abbiate paura di maltrattarlo e allora si sprigionano la prugna, l'amarena, un tocchetto di cioccolato, si manifesta elegante senza invasioni vanigliate, perfettamente franco e con un' appena percettibile influenza dei legni. Al palato scordatevi i tannini invadenti propri del Sangiovese per gustarvi un vino rotondo, fine, asciutto, di buona acidità e dai tannini dolcissimi. Perfettamente franco e di giusta corposità, riscalda la bocca con i suoi 14,5° e la impregna per lungo tempo dei sentori già avvertiti. Dalle analisi sembrerebbe vocato ad un invecchiamento di almeno 15 anni. In 10.000 esemplari che trovate in enoteca a 20 euro. Un vino da apprezzare in salotto e facilmente abbinabile a tavola. Lo consigliamo con una fiorentina, con prosciutto crudo e con un pecorino di media stagionatura. Az. Agr. Montemercurio via di Totona 25a Montepulciano (Si) tel. 0578 716610
Recensioni di Giovanni Paternò
Rubrica a cura di Salvo Giusino